Tre articoli tre

Tre articoli tre: MT, lauree online e traduttrici star

trearticolitreCaffè e dolcetto d’ordinanza ci sono? Allora andiamo. Tre articoli tre. Ma se ne volete di più, non c’è problema! Basta andare qui.


UNO

“Luckily for English speakers, machine translation still can’t match a native’s touch”: noi traduttori siamo sempre felicissimi di condividere sui social una cosa tipo “James Bond […] “is a man who belongs to the British secret information part, and has Homicide permit of 00 No”. L’ho fatto anche io (non solo questa volta). Perché fa ridere? No. Perché è un modo per farci pat pat sulle spalle a vicenda e rassicurarci sul fatto che la MT non ci sostituirà, non può sostituirci, guarda che schifezza, AH AH AH quanto ridere.
Però: la MT non è “buona” o “cattiva”. È uno strumento. Il problema è come/quando/perché la si usa.*
È piuttosto ovvio che un motore non specializzato (statistico?) applicato a una combinazione come JP>EN produca risultati risibili, risibili al punto da richiedere una ritraduzione totale. Un non addetto ai lavori queste cose non le sa, e quindi ci sta che ridacchi. Ma se lo facciamo noi, professionisti, e quindi in teoria informati sui fatti… the joke is on us. Almeno secondo me.

DUE

“Coursera is offering a way to get a real master’s degree for a lot less money”: una laurea in Computer Science presso un’ottima università americana, al costo di circa 20.000 USD, online e modulare; ma che, soprattutto, si può iniziare a frequentare gratis, a mo’ di test, per vedere se è fattibile per noi. Forse il futuro dell’educazione è questo. Personalmente, amo moltissimo i MOOC, e Coursera in particolare. Voi ne avete mai frequentato uno?

TRE

“Un giorno tu mi tradurrai”: la traduttrice americana di Elena Ferrante, Ann Goldstein, è diventata l’alter ego non solo linguistico della sua autrice. È lei a presentare il libro in giro per gli Stati Uniti, sostituendosi alla scrittrice, della quale non è nota nemmeno l’identità. Da qui a parlare di “traduttrice star” il passo è breve, ma in questo caso forse la collega vive più di luce riflessa? Senza volerne naturalmente mettere in dubbio le qualità, che secondo i critici USA sono notevoli. Sì, perché in USA il critico letterario si sofferma specificatamente sulla qualità di una traduzione, anziché ignorarla completamente come spesso avviene da noi… come se tutti i libri nascessero in italiano.
E chiudiamo il cerchio, perché anche questo articolo diventa un’occasione per parlare di MT (!).

Buona lettura e buon fine settimana!

*Stesso discorso vale per i CAT. Per i quali, all’alba dei tempi, si facevano discorsi analoghi a quelli che oggi si fanno sulla MT. Qualcuno li fa ancora adesso (!)