I ferri del mestiere

Il rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente

Logo di ElleDi Traduzioni con scritta sovraimpressa: "Il rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente"Molti, troppi colleghi e colleghe non si rendono conto che il rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente è stretto, anzi strettissimo, oltre a essere fondamentale.

Vedono computer e tecnologia come un male necessario, entità aliene imposte dall’alto, dal cliente ma non solo, che comportano spese e sforzi senza che se ne capisca bene l’utilità, che fanno perdere tempo (!), che aggiungono al lavoro complessità inutili… o addirittura il lavoro lo rubano, o contribuiscono alla sua svalutazione. E non parlo solo della “famigerata” traduzione automatica/intelligenza artificiale: discorsi simili venivano fatti già 20 anni quando sul mercato sono arrivati i primi CAT e gli sconti sui match. Come vedi, niente di nuovo sotto il sole.

La mia opinione, molto semplicemente, è che se traduci per professione non puoi permettersi questo atteggiamento. Ne ho parlato molte volte, e ho dedicato all’argomento perfino un intero podcast. Oggi però vorrei concentrarmi sul rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente.

Già alcuni anni fa scrivevo sul blog di una collega (che oggi non esiste più; il blog, non la collega!):
[…] these days translating at a professional level means being good with a PC (or a Mac, if you’re an Apple fangirl like I am!). No two ways about it.
If you’re the “I-hate-the-computer-but-I-really-need-it-to-work-so-I-make-do” type, think long and hard – you’ll have to spend a lot of time with this thing that you hate so much. And maybe that is not a very good idea.”

E le cose non sono certo cambiate da allora. Anzi.
Non ci sono vie di mezzo: lo strumento principale di chi traduce professionalmente è il suo computer e l’utilizzo della tecnologia è assolutamente indispensabile.

Se oggi vuoi lavorare nel settore della traduzione e il computer e la tecnologia ti fanno venire l’ansia oppure l’orticaria, o cambi atteggiamento, o cambi lavoro.

Entrambi sono irrinunciabili: per migliorare il tuo livello di qualità, per incrementare la tua produttività, per semplificarti la vita.
Ma soprattutto, perché non puoi pensare di presentarti come professionista seria e degna di questo nome se della tua professione non padroneggi gli strumenti.

Il rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente diretto (ma non solo)

Un cliente, diretto in particolare ma non solo, da chi gli fornisce un servizio, vuole risultati; vuole che tu risolva i suoi problemi, non che gliene crei di nuovi.

Non può sapere (e non gli interessa) quali strumenti, più o meno sofisticati e complessi, utilizzi per fornirgli questi risultati; ma se dimostri scarsa famigliarità con la posta elettronica, o con le piattaforme di condivisione di file nel cloud (tanto per fare due esempi banali); ci metti mezza giornata per creare un preventivo scritto male e impaginato peggio; proponi una consegna a sei mesi di quel che potresti finire in uno, perché non hai la dovuta padronanza di tutti gli strumenti disponibili per velocizzare il lavoro; consegni file che includono anche solo un errore che qualsiasi strumento di controllo qualità avrebbe potuto individuare; e così via…

non sei una buona professionistaE quindi rappresenti un rischio: ad esempio, il rischio di dover dire al* cliente che “Word si è mangiato il file”, che la consegna salta, e con quella (magari) un appalto da milioni di euro, o un termine perentorio per la presentazione dei documenti per una causa.

A chi deve selezionare un* professionista, mi sento di dire che questi “dettagli” non vanno trascurati.
Sono un criterio di valutazione importante, tra l’altro alla portata anche di chi di traduzione e di servizi linguistici magari (e comprensibilmente) non sa nulla.

Il rapporto tra traduzione, tecnologia e cliente agenzia

Se poi vogliamo parlare più nello specifico della tecnologia vista dal punto di vista del rapporto con l’agenzia, spesso sento colleghi e colleghe lamentarsi del fatto che le singole agenzie pretendono che usiamo determinati strumenti, in particolare CAT, magari diversi per ognuna, e che questi strumenti sono complicati, macchinosi, che ci rendono la vita più difficile anziché il contrario.
Cerchiamo di ricordare che il cliente non ha il potere di imporci niente e che siamo noi a decidere con chi lavorare e come. Che possiamo sempre fare domande, negoziare, proporre alternative: spesso l’agenzia interlocutrice sarà più che disponibile a trovare una soluzione che vada bene per entrambe le parti.

Se non lo è, facciamo magari qualche riflessione:

  • Valutiamo il rapporto costi-benefici di lavorare per un* committente di questo tipo
  • Decidiamo se ci conviene davvero accettare le condizioni che ci vengono “proposte” così come sono
  • Analizziamo la situazione per capire se non possiamo comunque utilizzare un altro CAT, che preferiamo per vari motivi, soddisfacendo comunque i requisiti dell’agenzia in termini di formati etc.
  • Ricordiamo sempre che, anche se la trasparenza e la comunicazione sono sempre un presupposto per una valida collaborazione, tecnicamente non abbiamo alcun obbligo di utilizzare proprio quello strumento solo perché l’agenzia ce lo chiede, o di comunicarle quali strumenti utilizziamo per lavorare. Purché, naturalmente, i suoi requisiti alla consegna siano rispettati.

Ma se un CAT nostro nemmeno l’abbiamo, perché “costa troppo”, o “è troppo complicato”; oppure ce l’abbiamo ma non ci va di sbatterci per capire se, con un minimo di sforzo, può andare d’accordo con quello dell’agenzia, e quindi se possiamo usarlo rispettando comunque quei famosi requisiti; oppure l’agenzia chiede di applicare il suo strumento di QA, che magari è anche tremendo, davvero macchinoso, ma noi prima nemmeno sapevamo cosa fosse, il QA…
di cosa ci stiamo lamentando esattamente?
Di dover padroneggiare gli strumenti (sì, più di uno) di una professione per svolgerla?

È un atteggiamento che riteniamo accettabile? Professionale? Se fossimo noi il/la cliente, in un altro ambito, che impressione ci farebbe?

Commenti e opinioni come sempre benvenuti.

Pensi che sia venuto il momento di approfondire un po’ la tua conoscenza dei CAT? Scrivimi senza impegno per informazioni sui miei corsi!